Recensione CD di Pietro Barbareschi su Gothic Network del 21 Luglio 2019 – “Liszt: Les harmonies de l’esprit”
Luglio 21, 2019

Franz Liszt: Les harmonies de l’esprit – Sacred Piano Works. Un CD Da Vinci Classics che rappresenta l’esordio nel mercato disografico della giovane pianista Ingrid Carbone e che propone alcuni brani lisztiani particolarmente ispirati e di grande raffinatezza.

Nell’immaginario collettivo dei fruitori di musica classica il nome di Franz Liszt si associa ad un repertorio particolarmente elaborato e di grande difficoltà tecnica. Non a caso la sua figura nel mondo della letteratura pianistica si associa a colui che per quella violinistica è stato ugualmente celebrato come la massima espressione del virtuosismo al limite dell’eseguibile: Nicolò Paganini, e certamente non per caso alcuni celebri composizioni paganiniane sono state trascritte per pianoforte da Liszt trasponendo sulla tastiera sino all’esasperazione analoghi livelli di difficoltà esecutiva.

Tutto ciò premesso, l’ascoltatore non troverà in questo bel CD d’esordio della giovane pianista Ingrid Carbone per l’etichetta Da Vinci Classics un florilegio di difficoltà e salti mortali senza rete tipici della scrittura lisztiana. A parte la composizione proposta nella prima traccia, “Après une lecture du Dante (Fantasia quasi Sonata)” nella quale la scrittura è senza dubbio elaborata e complessa ma non con virtuosismi fini a sé stessi volti a stupire l’ascoltatore, tutti gli altri brani ci presentano un Liszt più intimo, molto raffinato e, senza voler con quest’affermazione discriminare, a nostro parere molto più interessante e coinvolgente di molte altre sue composizioni.

Interessante e ben “pensata” pertanto la scelta di Ingrid Carbone, che ci accompagna in un percorso nel quale condividiamo con Liszt un mondo fatto di malinconia, amore e spirito religioso. Una sezione del catalogo lisztiano senza dubbio importante e nel quale emerge tutto lo spessore intellettuale, liberato da orpelli ed elaborazioni che in certe occasioni possono stupire ma svelare solo un livello superficiale della natura dell’autore.

Come dicevano la prima traccia propone una composizione definita “quasi Sonata”. Anche Liszt come altri autori del periodo non ritiene vincolante l’adesione ad uno schema compositivo che in qualche modo incateni l’ispirazione del compositore. Così come nella straordinaria Sonata in si minore, anche in questo caso, con ispirazione senza dubbio differente, la musica fluisce senza interruzioni e divisioni fra vari movimenti. La scrittura non è semplice ed è necessario possedere una tecnica solida e ben formata. Ingrid Carbone supera senza problemi qualsiasi asperità permettendo all’ascoltatore di apprezzare il raffinato gusto armonico e la geniale struttura formale utilizzata.

Non se ne abbiano a male gli appassionati del Liszt virtuoso prima citato, ma a nostro parere, ed è un’opinione personale, la genialità reale ed innovativa di Liszt emerge negli altri brani così ben eseguiti dalla Carbone. Nella serie delle “Consolazioni”, nel “Liebestraum” così come nella Leggenda n 2, non è richiesta solo una solida tecnica, ma anche una grande sensibilità ed un grande cuore ed una capacità di sintonizzarsi con spunti di ispirazione che si riferiscono a concetti fondamentali per l’uomo come l’introspezione alla ricerca di valori esistenziali, l’amore o la religiosità. In questi brani, Liszt, quasi scrostando gli inutili orpelli che spesso nascondono pietre preziose o forme già perfette nella loro proporzione, ci regala momenti di grande emozione, grazie in questo caso all’esecuzione di Ingrid Carbone.

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