Ingrid Carbone grazie per essere ospite di Blog della Musica. Diplomata in pianoforte a 19 anni e laureata in matematica a 21. Musica e matematica: sono complementari? Chi ha il sopravvento su Ingrid?
Sgombriamo innanzitutto il campo da equivoci: io sono una musicista, prima di tutto e soprattutto, anche prima di essere un matematico. Essere un musicista è un privilegio, essere un matematico è un po’ una scelta (direi come un’altra): avrei magari potuto essere anche un chimico, o un ingegnere. Ma la musica fa parte di me: non potrei mai pensarmi disgiunta da essa. Senza dubbio, tuttavia, matematica e musica non solo si complementano, ma hanno anche punti di intersezione. Banalmente, tutto il ritmo è basato sulla matematica (se pur elementare), e il solfeggio che è spesso considerato ostico o noioso, per me è sempre stato come un gioco: semplice e gradevole. Poi, volendo aggiungere qualche altra considerazione meno elementare, la disciplina e la pazienza sono senz’altro due aspetti presenti in entrambe: sia in musica che in matematica bisogna essere davvero metodici, costruire tutto un pezzo alla volta, attendere con pazienza i risultati. Per ritornare a me, e svelare qualche dettaglio questa volta molto personale, durante una lezione così come durante un concerto il mio fine è sempre quello di coinvolgere l’uditorio, di trasmettere ciò che so, ciò che provo, e le mie recenti conferenze-concerto ne sono la conferma. Infine, non posso non confessare che il binomio musica/matematica disvela la dualità emozione/razionalità: la matematica, evidentemente, rappresenta per me il mezzo per controllare (o meglio, per tentare di controllare) un vortice di emozioni che, se trova sfogo e rifugio nella musica, pur tuttavia è un mio fedele compagno da sempre.