Dopo il suo fortunato recital di Schubert (discusso qui), la pianista italiana Ingrid Carbone si è riaffermata con questo nuovo album di Liszt come una musicista che non segue pedissequamente ciò che altri prima di lei hanno fatto così spesso, ma grazie al suo modo di suonare fantasioso è riuscita per mettere il proprio timbro su questi nove pezzi. Cioè non lo si dice mai abbastanza spesso, non si tratta di ‘schmier’ o di giochi sull’effetto superficiale, ma attraverso accenti dinamici spesso minuscoli, evidenziando un accordo o talvolta anche solo una nota, un fraseggio che con occhio e orecchio focalizzato sull’espressività plastica, spingendosi quindi appena un po’ più in là e permettendo all’equilibrio tra la mano sinistra e quella destra di pesare in quello stesso campo di forza. Mentre occhi e orecchie devono essere puntati anche sull’architettura d’insieme!
“Liszt: Les Harmonies de L’esprit – Sacred Piano Works” – Recensione CD di Aart van der Wal in Opus Klassiek Settembre, 2020
Settembre 30, 2020