Concerti del Tempietto – Quinte Parallele
Luglio 10, 2017

Concerti del Tempietto – Quinte Parallele

Lug 10, 2017

Piano recital, Scarlatti Schubert and Liszt, Ingrid Carbone, Francesco Bianchi – Quinte Parallele

 

Una serata in balìa della passione della musica: la serata del 10 luglio dei concerti del Tempietto è stata un’esperienza completa, dove la potenza del programma musicale si è esplicata in tutta la sua portata grazie ad una esecutrice di rara capacità: Ingrid Carbone. L’artista non ha solamente eseguito degli spartiti, ma è riuscita svuotarsi del suo ego per riempirsi della passione e del trasporto contenuti nella pagine di Schubert e Liszt, per poi riversarlo su degli ascoltatori incantati. Anche l’ambiente raccolto e poetico del Tempietto hanno permesso alla pianista di instaurare un rapporto intimo e autentico con il pubblico, il quale ha percepito fisicamente tutta la potenza emotiva che la musica è riuscita ad esprimere. Il programma è stato incentrato su due autori romantici, cioè Schubert e Liszt con una prima parte su Scarlatti. L’accostamento di questo autore del primo settecento con il pianismo romantico trova una filo chiave di lettura nell’importanza che hanno avuto le sonate di Scarlatti per l’evoluzione della tecnica pianistica che avrà il massimo picco proprio in autori come Schubert e Liszt. In queste sonate troviamo infatti una arditezza armonica e tecnica molto all’avanguardia per l’epoca. Infatti ad esempio le figure disegnate dagli arpeggi, le mani che si incrociano suonando, l’uso delle ottave e delle note ribattute sono tecniche che lasceranno il segno nella storia di questo strumento. Tutto questo lo possiamo vedere in pratica nella Sonata numero 141 dove Scarlatti usa tutte queste tecniche, creando delle armonie complesse e dissonanti, che preludono al tipo di scrittura musicale che incontriamo nella seconda parte del concerto.

Il concerto è proseguito infatti con due Improvvisi di Schubert. L’improvviso è una forma musicale che ha grande fortuna nel romanticismo perché è molto libera. In questo periodo il tema fondamentale dell’arte in generale è l’espressione della libera ispirazione del genio artistico, tramite il quale parla direttamente lo spirito, per cui ogni formalismo è vissuto come una rigidità e come una costrizione. In particolare gli improvvisi di Schubert sono fra i più famosi della storia del pianoforte per la loro estrema bellezza delle linee melodiche, molto cantabili e formalmente compiute. La loro struttura ricorda molto quella di un Lied, genere di cui Schubert fu forse il più grande compositore, perché la scrittura musicale tiene spesso distinta melodia e accompagnamento.

La seconda parte, dopo un breve intervallo, è stata interamente dedicata a Liszt. Come sempre di fronte alle opere pianistiche di questo autore ascoltiamo ad un uso del pianoforte che va oltre le classiche possibilità di questo strumento, perché la complessità della partitura creano suoni e armonie che superano i limiti imposti dallo strumento stesso. Tra i brani suonati troviamo Funerailles, un brano che Liszt scrisse per il fallimento della rivoluzione ungherese: peculiare di questo brano è infatti il clima cupo da marcia funebre. La linea melodica si colora poi di potenti slanci passionali che però non riescono mai a trovare una sorta di risoluzione o di realizzazine, ma ricadono su se stessi e si spengono, in una sorta di aspirazione negata, così come i moti rivoluzionari sono sorti ma non si sono compiuti.

La bravissima Carbone ha eseguito le parafrasi e trascrizioni da Verdi e Schubert. Le trascizioni di Liszt non sono una copia, una semplice trasposizione, ma la riproposizione del medesimo concetto secondo un altro stile e un’altra prospettiva. In questo modo il significato originale del pezzo si arricchisce di aspetti nuovi che derivano da linguaggio artistico in questo caso di Liszt. Nella parafrasi su Rigoletto la struttura del quartetto vocale di Verdi dà la possibilità a Liszt di usare tutto il registro del pianoforte e lasciare libero sfogo a figure musicali ardite e rigogliose. Nella trascrizione del Lied Erlkonig la voce seducente dell’Elkonig è sottolineata da un accompagnamento e una armonizzazione più sognante e sensuale, mentre in Gretchen am Spinnrade la passionalità della melodia di Schubert si espande a diventare un fiume in piena di passioni espresse da grandi accordi e arpeggi suonati in fortissimo.

Infine la pianista ci ha concesso anche due bis, uno di Villa-Lobos e un altro pezzo di Liszt, che non hanno fatto altro che confermare la bellissima impressione fatta precedentemente di una esecutrice che non si è risparmiata per nulla e che ha riversato tutta la sua energia nell’esprimere quelle passioni travolgenti che animano la musica romantica.

In conclusione possiamo dire che il concerto del Tempietto lascia una impressione forte e bella, perché rimette al centro il contatto umano, il calore e il fascino della musica, cioè tutti quegli aspetti che troppo spesso mancano in quelle grandi sale da concerto in cui l’intimità e l’autenticità si disperdono tra la folla che tossisce e i telefoni che suonano.

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